L’ho fatto dopo la mia prima maratona corsa nella mia città (Brescia) il 13 marzo 2016.
Corro oltre. Era scritto sulla maglietta che avrei indossato quel giorno. Oltre ai miei limiti, oltre alla fatica mentale, oltre alla mancanza di equilibrio, oltre ai formicolii, oltre alla paura del futuro, oltre a me stessa quando mi commiseravo, piangevo e pensavo di non avere più un futuro.
La corona. La maratona è considerata la regina delle corse. Sua Maestà come ho chiamato io la sclerosi multipla. Lei che mi ha spinto a diventare una maratoneta, lei che mi ha fatto andare a sbattere con le mie paure e incertezze e buttare giù il muro per vedere cosa c’era aldilà di esso e provare a vivere il bello della vita nonostante tutto.
42.125 i km percorsi, ognuno dei quali rimarrà per sempre scolpito all’interno della tua anima come un tatuaggio. Gli ultimi 125 metri che ti separano dal gonfiabile che ti porta al traguardo. Vivi di tutto in quel momento. Ridi, piangi, urli, stringi le mani ai tuoi compagni di avventura e poi, quando sei lì sotto, alzi gli occhi al cielo e puoi urlare c’è l’ho fatta. Sono una maratoneta con la SM.
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